sabato 29 giugno 2013

Storia

La cannuccia, a differenza di quello che ci si potrebbe pensare, ha origini lontane. Anticamente si lega l’invenzione e l’utilizzo delle prime cannucce al popolo dei Sumeri, che, con molta probabilità, le usavano per bere la birra che in quell’epoca era particolarmente densa e torbida. Le prime attestazioni si ritrovano già nei sigilli sumerici del terzo millennio a.C., che mostrano diverse persone utilizzare lunghe canne per bere birra da grossi recipienti. Grazie alle prime cannucce si evitava quindi di venire a contatto con i pezzettini e i residui amarognoli della bibita.
La cannuccia ha nella storia degli illustri antenati, sicuramente più ecologici delle attuali “sorelle” di plastica, infatti anticamente si usava sorseggiare alcune bevande utilizzando al meglio le fonti generosamente date dalla natura, in questo caso si impiegavano gli steli di alcune graminacee, che avevano all’interno un naturale canale, dal quale si poteva aspirare la bevanda nella quale venivano inserite. Un metodo sicuramente ingegnoso ma al contempo non troppo igienico, basti pensare a quanti piccoli insetti si annidino in queste fessure.

Ma per quanto riguarda la cannuccia "moderna", la sua paternità può essere ricondotta a Marvin Stone, un produttore di bocchini per sigarette.
Stone usava bere un particolare drink alla menta dopo il lavoro servendosi di una cannuccia d’erba di segale, fu così che per poter gustare meglio il suo cocktail preferito, pensò di produrre una cannuccia “artificiale”.
Osservando i tubicini di carta fabbricati per produrre cartine da fumo, ebbe la brillante idea di utilizzarli per poter bere senza toccare il contenitore. Cominciò a girare delle strisce lunghe di carta attorno ad una matita, l’inizio e la fine della cannuccia venivano incollati così da rinforzare il ”tubo”. L'idea, ovviamente, necessitò di qualche ritocco poiché quel tipo di carta, in contatto con un liquido, finiva per assorbirlo divenendo molle e finendo con il perdere anche la propria forma tubolare. Ma Stone non si diede per vinto ed iniziò presto a sperimentare la propria invenzione utilizzando una speciale carta paraffinata di Manila, che risultava essere praticamente impermeabile. Iniziò dunque ad incollare striscioline di carta attorno ad una matita, così da imprimere la forma tubolare, ottenendo finalmente le prime cannucce.

Ci si accorse però che questo metodo richiedeva un grande impiego di tempo pur fornendo un ridottissimo numero di cannucce; insomma, grandi sforzi con minimi risultati. Tentativi su tentativi, si giunse dunque al 3 Giugno 1888, giorno in cui, finalmente, venne brevettata la cannuccia e, grazie ad una macchina automatica, utilizzata dal 1905, si diede finalmente avvio alla grande produzione.
L’utilizzo della nuova cannuccia si diffuse rapidamente, nel frattempo, Stone, migliorò la sua invenzione producendo una cannuccia con un diametro ridotto in modo che i semi degli agrumi non vi passassero attraverso. Così, la cannuccia si diffuse ulteriormente con l’aumento del consumo di bibite e succhi di frutta.

Chi invece diede all'umanità la possibilità di piegare la cannuccia fu Joseph Friedman.



Mentre sedeva nel negozio Varsity Sweet a San Francisco, Friedman vide la figlia Judith che lottava per bere da una cannuccia diritta. Pensava che se la si poteva piegare, sarebbe molto più facile per lei  bere dal bicchiere. Allora le cannucce non erano fatte di plastica come oggi, erano di carta spessa rivestita di cera. Friedman inserì una vite in una cannuccia di carta e avvolse del filo interdentale attorno alla vite creando dei solchi nella paglia, potendola così piegare!



Il 28 settembre 1937 a Friedman venne rilasciato un brevetto quella che lui chiamò FlexStraw (brevetto US 2094268) . Nel 1939, creò la Corporation FlexStraw e cominciò a commercializzare la sua invenzione con l'aiuto della famiglia. Nel 1969, vendette il brevetto per la FlexStraw alla Coppa del Maryland Corporation e chiuse la compagnia, morendo il 21 giugno 1982.


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